LUGLIO 2020: LA LEGGE MELANDRI-DOLCINI PER LA CERAMICA D.O.C.

 

Nella mattinata del 20 luglio l’Associazione Alteo Dolcini ha promosso un incontro nel Palazzo Municipale di Faenza per ricordare l’impegno di Alteo Dolcini e Leonardo Melandri quali fautori della Legge 188 a tutela della ceramica artistica e tradizionale. L’incontro si è tenuto nella Sala Rossa del municipio, a pochi metri da quello che fu l’ufficio di Alteo Dolcini (allora Segretario Generale del Comune di Faenza) dove si svolse nel 1974 la prima riunione per redigere il testo del disegno di legge.

Un piatto celebrativo realizzato dal ceramista Romano Cortesi è stato consegnato a Valerio Melandri, figlio di Leonardo, assessore alla cultura del Comune di Forlì. Andrea Dolcini ha ricordato la collaborazione tra Melandri e il padre, un connubio che ha saputo raggiungere un risultato ancora oggi fondamentale per la ceramica artistica, nonostante non siano mancati contrarietà e imprevisti: nei sedici anni necessari per arrivare alla promulgazione della legge, il 9 luglio 1990, si sono succeduti diciotto presidenti del consiglio, dodici governi e quattro legislature. Testimonianza preziosa di quanto avvenne in quel periodo è quella di Ferdinando Bianchedi che ha partecipato all’incontro e che negli anni ottanta fu segretario dell’Ente Ceramica Faenza, qui riprodotta con un estratto di un suo testo risalente al 2010.

Viene presentata anche una scansione dello schema Pert (metodo statistico per la determinazione delle attività e dei tempi di attuazione di un progetto) elaborato da Alteo Dolcini per la Legge 188. L’immagine è tratta dal libro “La D.O.C. alla Ceramica italiana” scritto da Dolcini nel 1991. Lo schema dimostra come ogni aspetto relativo alla predisposizione e all’attuazione della legge fu preso in considerazione da Dolcini per dare concretezza all’originaria idea del 1974.  Nel libro Dolcini scrive che: “dobbiamo a Leonardo Melandri la più grande riconoscenza perché mai rappresentante del popolo (dei ceramisti, in questo specifico evento…!) fu più pronto, disponibile, incessantemente attivo nel reperire, prima di tutto, altri colleghi firmatari della proposta di legge, specie di quelli delle zone di antica tradizione ceramica, e far mettere la proposta di legge nel canale delle commissioni per un primo esame”.

Gli sforzi di Melandri furono completati dalle attività svolte da Dolcini, come la creazione prima di un Segretariato delle città di antica tradizione ceramica e in seguito dell’Associazione Italiana Città della Ceramica.

Per questo, a trent’anni di distanza, la Legge 188 può davvero essere ricordata come la Legge Melandri-Dolcini per la tutela della ceramica artistica e tradizionale.

 

 

Una persona da non dimenticare.

Oggi è la festa dei tornianti ceramisti e non c’è migliore occasione per ricordare Alteo Dolcini che è stato l’animatore di molte iniziative per valorizzare Ia ceramica d’arte.
Quando Dolcini era Segretario Comunale e Presidente dell’Ente Ceramica, facevo parte del suo staff ed ero Segretario dell’Ente Ceramica.

Fra tutte le sue idee, senza dubbio la più complessa riguarda la Legge 188 sulla tutela della ceramica d’arte.
Oggi il marchio della ceramica è una realtà: i ceramisti potrebbero già applicarlo; certo che, perché ai ceramisti derivino concreti vantaggi economici, occorre anzitutto che i ceramisti delle 27 Città riconosciute di antica e affermata tradizione ceramica in base alla Legge 188, applichino il marchio sulle loro opere nel rispetto del Disciplinare di produzione della zona, e poi che il marchio venga divulgato e adeguatamente pubblicizzato. Ci vorrà tempo, ma questa è la strada per salvaguardare il settore della ceramica artistica e il mestiere dell’artigiano ceramista.

Quando i ceramisti applicheranno il marchio sulle loro opere, considerino che, per tradurlo da idea in realtà, ci sono voluti 25 anni. Innumerevoli sono stati gli ordini del giorno, le lettere, le relazioni, gli incontri con Ministri e Parlamentari, con giuristi, con gli Amministratori comunali, con i ceramisti, con le Associazioni di Categoria, con giornalisti, oltre ai dibattiti e convegni in diverse città ceramiche (Albissola, Assemini, Caltagirone, Deruta, Faenza, Grottaglie, Nove, Vietri).
Ripensandoci oggi, mi rendo conto che si è trattato di una rete di relazioni fittissima, basta considerare il turn over degli interlocutori, in particolare dei Ministri e Sottosegretari che sono cambiati quasi ogni anno.
Anche gli eventi hanno richiesto un impegno di ideazione, di organizzazione e di divulgazione considerevole, cito solo alcune fra le tappe più significative:

’74 – Convegno internazionale sul Turismo, nel quale sono state 
gettate le basi giuridiche per una Legge di salvaguardia della 
ceramica.

’75 – Viene presentato al Senato della Repubblica il primo Disegno di Legge intitolato “Discipline e tutela della ceramica artistica”. 

’76 – Conferenza Nazionale della ceramica d’arte allo scopo di smuovere it Disegno di Legge fermo in Senato; nel corso della Conferenza viene anche costituito il Segretariato Permanente 
fra i Comuni di antica tradizione della ceramica d’arte.

’80 – Viene presentato al Senato un secondo Disegno di Legge sulla tutela della ceramica artistica.

’81 – Convegno Europeo sulla ceramica d’arte, concluso con una Proposta di Direttiva Europea, che già prefigurava ciò che poi é avvenuto con l’allargamento della Legge all’ambito europeo.

’83 – Terzo Disegno di Legge presentato al Senato.

’84 – Quarto Disegno di Legge presentato al Senato. Nello stesso anno il Senato approva un testa unificato di Proposta di Legge, che viene presentato alla Camera dei Deputati.

’85 – Convegno nazionale a sostegno della Proposta di Legge. Nello stesso anno ricordo un’udienza conoscitiva della Commissione Industria della Camera, nel corso della quale la Federceramica (industria della ceramica), solleva problemi contro l’approvazione della Legge.

’88 – In Senato vengono presentati non uno, ma tre nuovi Progetti di Legge.

’89 – La Commissione Industria del Senato approva il Disegno di Legge, unificando le tre proposte. In quella sede si raggiunse un accordo di compromesso fra i Comuni ceramici e le Associazioni Nazionali dell’Artigianato da una parte, e la Federceramica dall’altra. Per dare il benestare all’approvazione della Legge, la Federceramica ha ottenuto che Ia Legge fosse estesa anche al settore della ceramica industriale.

’90 – Il 9 luglio finalmente viene approvata la Legge 188 di tutela della ceramica tradizionale e artistica e della ceramica italiana di qualità, e vengono istituiti due marchi di stato distinti, in sostanza uno per Ia ceramica artigianale e uno per quella industriale.

Sedici anni, dal 1974 al 1990, sono stati impiegati per giungere, dopo nove Disegni di Legge, all’approvazione della Legge 188, che poi, nel 1996, è stata armonizzata alla normativa europea con validità in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Altri nove anni, dal 1991 al 1999, sono occorsi per riattuazione dei provvedimenti di applicazione della Legge. Si è corso anche il rischio, nel 1999, che la Legge 188 venisse abrogata, che è stato evitato per l’intervento unitario dei Comuni ceramici e delle Associazioni Nazionali dell’Artigianato.

In questo arco di tempo è stato insediato nel 1992 il Consiglio Nazionale Ceramico previsto della Legge, mentre il Segretariato dei Comuni di antica tradizione ceramica ha lasciato il passo all’Associazione Italiana Città della Ceramica.

Molte quindi sono le persone, di ogni parte d’Italia, che hanno contribuito a far sì che la Legge di valorizzazione della ceramica venisse attuata, ma certamente un merito speciale va riconosciuto ad Alteo Dolcini: quello dell’ideazione e dell’attivismo perseverante fino al raggiungimento dell’obiettivo.
I ceramisti italiani e, più in generale, le città di antica tradizione ceramica che, grazie all’artigianato artistico sono valorizzate economicamente e come immagine, devono essere riconoscenti ad Alteo Dolcini.

Personalmente conservo molti ricordi, legati a una persona da non dimenticare.

Ferdinando Bianchedi.