FO-FA, FORLI’-FAENZA
FO-FA. “TREBB DEGLI AMICI DI FAENZA E FORLÌ”
“Quando si pensò di dare vita al ‘Trebb degli amici di Faenza e Forlì’ che prese la sigla di FO-FA si aveva in mente di porre in essere un ‘asse culturale e di sentimenti”. Ma quando si cercarono i precedenti storici che corroborassero la buona idea ci fu un momento di perplessità che rari, nei secoli, erano stati i momenti amici e tanti di più quelli turbolenti se non bellicosi. Poi la ‘grande scoperta’: in entrambe le città la Madonna aveva ‘parlato con il fuoco’ ma mentre a Forlì il ricordo era inalterato dal 1428 a Faenza il prodigio del 1567 si era come spento, negli ultimi decenni quasi dimenticato. Queste pagine dicono dei due prodigi ed auspicano che si realizzi quello altrettanto grande: che si instauri fra Forlì e Faenza una ‘fraterna intesa’ che i tempi attuali – e quelli avvenire di portentose eliminazioni delle distanze – dicono indispensabile.” (AD, prefazione al libro I Sacri Fuochi di Forlì e Faenza, 1997)
Risalgono al 1985 i primi incontri dei Trebb promossi da Alteo Dolcini ( ) per sviluppare iniziative culturali ed artistiche fra le due vicine comunità.
Nell’ottobre 1994 si costituisce l’associazione Forlì Faenza che trova nell’acronimo FO-FA l’emblema per ispirare la collaborazione fra i promotori di questo gemellaggio.
La direzione del sodalizio è affidata a due reggenti, Alteo Dolcini per Faenza e Angelo Sampieri per Forlì.
“Intanto, per incrementare la conoscenza rispettiva che le delimitazioni amministrative hanno spesso sfavorito, il FO-FA rivolgerà speciale attenzione ai giovani che saranno interessati a dire come “vedono” il centro vicino, […] si farà appello agli artisti perché interpretino con il sentire di oggi gli eventi prodigiosi della Madonna del Fuoco. […] Ma quello che impegnerà maggiormente le riunioni del FO-FA sarà l’identificazione dei problemi concreti sui quali richiamare l’attenzione ed uno di questi è stato identificato nella Romagna come “città metropolitana”. (AD, 1994)
Le proposte avanzate dal FO-FA rimarcano la necessità di un reciproco interesse collaborativo fra le due città. Suggeriscono inoltre l’istituzione di una commissione consigliare intercomunale che favorisca intese e progetti nei campi culturali, artistici e sociali. Una delle prime iniziative si attua nel commemorare, a Forlì il 4 febbraio ed a Faenza il 2 agosto, la ricorrenza degli eventi miracolosi che in tempi diversi videro le immagini sacre della Madonna uscire intatte da disastrosi incendi.
Il FO-FA allestisce rassegne di arte sacra contemporanea per opere (pittoriche, ceramiche, scultoree) dedicate alla Madonna del Fuoco “come stimolo ad una vena artistica non ancora manifestata su questo tema” (AD,1994).
Autorità civili e religiose dei due comuni partecipano alle mostre e per la prima volta si stabilisce il dialogo auspicato da per “lavorare assieme in nome di intenti comuni”. Piazza Saffi a Forlì ospita il forno dell’Ente Ceramica Faenza e le opere create vengono messe all’asta per fini benefici.L’associazione cura l’edizione dei cataloghi che riproducono le opere esposte e nel 1997 viene pubblicato il libro “I sacri fuochi di Forlì e Faenza”: una selezione delle testimonianze storiche sugli eventi miracolosi ed una raccolta di considerazioni e proposte dedicate alla ceramica faentina non prive di argomentati appunti polemici.
Dopo la morte di AD proseguono le attività dell’associazione, in particolare della reggenza forlivese: mostre d’arte, alcune delle quali presentate in sedi espositive estere, cataloghi e pubblicazioni dedicati alla pittura sacra in Romagna.