RIUNIONE CITTADINA DI FAENZA
RIUNIONE CITTADINA DI FAENZA. LA CITTADINA FRATELLANZA
“Piero Zama ci dice degli intenti dei cinque promotori della Riunione Cittadina nel lontano 1861 e cita esattamente le loro parole: “… si affermi sempre più la cittadina fratellanza” e che si favorisca “il civile progresso dei compaesani..”. Sono intenti che non hanno tempo, che dal tempo, anzi, ricevono validità e nobilitazione. Perché fratelli non sono quelli che non si conoscono, non si cercano, non si incontrano per scambiarsi idee, mettere assieme i buoni intenti ed operare in conseguenza. Stare insieme per dare corpo alle mille e mille idee che possono scaturire e possono favorire quel “civile progresso” auspicato dai fondatori: è un campo difficile e semplice nello stesso tempo perché può bastare la conversazione di uomini prestigiosi ad arricchirci spiritualmente, culturalmente, artisticamente”. (AD, La storia della Riunione Cittadina, 1862-1988, 1989)
I primi documenti sulla costituzione della Riunione Cittadina risalgono al 18 dicembre 1861, quando un’istanza viene rivolta al Sindaco di Faenza dai promotori per la concessione di alcuni locali ubicati fra il Palazzo Comunale e il Teatro cittadino. Da pochi mesi era stata proclamata l’unità d’Italia, da due anni Faenza si era sottratta al governo pontificio. La vita associativa ebbe inizio nell’anno seguente su basi apolitiche. I fondatori, aristocratici e borghesi, erano per loro natura legati alla corrente liberale, al credo mazziniano ed anche a quello garibaldino.
Lo statuto stabilisce che “La Riunione Cittadina di Faenza è costituita per essere luogo di convegno culturale, artistico e ricreativo”; negli anni a venire vi furono frequentatori illustri, fra i quali spicca Alfredo Oriani.
Nel 1955 viene istituito un premio annuale costituito da una medaglia d’oro “ad un concittadino – nato o con stabile residenza a Faenza – che durante l’anno precedente abbia compiuto atti tali da onorare la città di Faenza”. Il premio è assegnato a personalità di rilievo nel campo culturale, economico, scientifico e sportivo.
Alteo Dolcini viene eletto presidente della Riunione nel 1988 e conserverà questa carica fino al 1994. La sua prima decisione è di allargare alle donne l’iscrizione al sodalizio “per la più ovvia delle ragioni: che era insensato perpetuare un maschilismo che i tempi hanno ormai spazzato via” (AD, ibidem).
Promuove una fitta serie di iniziative per rilanciare la presenza dei soci alla Riunione Cittadina ed aprirne in maggior misura i locali alla cittadinanza: concorsi letterari, esposizioni d’arte, convegni e manifestazioni culturali. La medaglia d’oro del premio annuale viene inserita in un pannello ceramico opera dell’artista Domenico Matteucci.
AD cura la pubblicazione del libro La storia della Riunione Cittadina, 1862-1988, opera che contiene la preziosa relazione storica di Piero Zama sull’associazione, redatta nel 1962 in occasione del centenario. “Perché “è storia”, perché da atto che l’Uomo è veramente tale quando si associa e si riunisce (bella e nobile la parola “Riunione” scelta dai fondatori)… perché con questo volume si lascia un messaggio a quelli che verranno, si fa storia, si fa vivere gli esseri per sempre.” (AD, ibidem)