IL PASSATORE

LA SOCIETÀ DEL PASSATORE. SOL DA DÈ E GNIT DA DMANDÈ

La Società del Passatore intende operare nella lettera e nello spirito del motto coniato da Aldo Spallicci “sol da dè e gnit da dmandè” (solo dare, nulla chiedere) inteso come disponibilità ad agire con sentimenti di amicizia e fraternità che traggono naturale sorgente dal carattere dei romagnoli di nascita e di spirito e loro amici in ogni parte del mondo, attuando le iniziative che saranno ritenute degne ed in grado di onorare la Società ed i suoi membri” (Statuto della Società del Passatore, 1969)

La “Caccia al Passatore”, Faenza 1968.

La “Caccia al Passatore”, Faenza 1968.

Primo Plenum Società del Passatore, Villa Verucchio, 1970.

Primo Plenum Società del Passatore, Villa Verucchio, 1970.

Liliana Cosi, 1971.

Liliana Cosi, 1971.

Dal novembre 1969 la Società del Passatore si affianca all’Ente Tutela Vini e al Tribunato di Romagna e ne diventa l’emanazione per attività di aggregazione popolare. Tema conduttore degli incontri è la valorizzazione e l’affermazione della produzione enologica, oltre ad ogni aspetto del folklore legato alla Romagna: attività benefiche, artistico-culturali, enogastronomiche, sportive e ricreative.

Ancora una volta è il Passatore, simbolo oggetto di dispute storico-letterarie, a trascinare l’entusiasmo di migliaia di soci.

I Romagnoli dicono che il Passatore Cortese (che non ha niente, nientissimo in comune con il Pelloni) è il Cavaliere dell’ideale, è il vindice, è il patriota, è quello che “toglie a chi ha per darlo a chi non ha”. E’ un mito, insomma, patrimonio delle genti. Il delitto sarebbe rinunciare a questo mito. Specie oggi che il mito del Passatore Cortese vuole che te sol da dè e gnit da dmandè ma soprattutto vuole che si faccia vino genuino” (AD, Mercuriale Romagnola, 1969)

Scuderia del Passatore, 1970.

Scuderia del Passatore, 1970.

Stendardo della Ca’ ‘d Furlé, 1972.

Stendardo della Ca’ ‘d Furlé, 1972.

Miss Passadora e il “Re Bello”, Forlì, 1972.

Miss Passadora e il “Re Bello”, Forlì, 1972.

La Società del Passatore svolge la sua attività grazie all’impegno volontario di centinaia di appassionati. È considerata una grande città, con sette quartieri o Cà e tanti rioni o Fattorerie. Per ogni Cà esiste un Arzdor e per ogni Fattoreria un Fator, che collabora con l’Arzdor per la preparazione degli incontri conviviali.

Dalla grande passione dei volontari scaturiscono numerose iniziative: la Banda del Passatore, il Gruppo Paracadutisti del Passatore, la Scuderia Automobilistica del Passatore, gruppi di ballerini e di stciucaren, l’elezione di Miss Passadora.

Banda del Passatore, Cesena, 1973.

Banda del Passatore, Cesena, 1973.

Sagra dell’Albana, Dozza, 1973.

Sagra dell’Albana, Dozza, 1973.

Scultura di ghiaccio rappresentante il Passatore, Cortina d’Ampezzo, 1977.

Scultura di ghiaccio rappresentante il Passatore, Cortina d’Ampezzo, 1977.

Durante le manifestazioni ogni iscritto indossa il caplazz, caratteristico copricapo di feltro indossato in Romagna nel 18° e 19° secolo. Ai soci di merito il caplazz viene imposto recitando la formula, o patto, che ispira la Società del Passatore.

Dopo appena un decennio dalla sua fondazione non c’è continente al mondo che non abbia accolto il rito del caplazz. Negli anni ‘70 avviene il gemellaggio fra la Società del Passatore e Cortina d’Ampezzo; un gigantesco Passatore di ghiaccio diventa ogni anno l’attrazione per i turisti della località.

Dal 1973 la gara podistica 100 km del Passatore unisce Firenze a Faenza e negli anni ottanta vie- ne organizzata anche a Washington. I plenum, i grandi incontri annuali di tutte le Cà e Fattorerie, richiamano grandi folle.

Fra le cose pensate ed attuate, molte valide e in tante direzioni, ci fu anche il Luneri de Pasador, cui la Mercuriale Romagnola, Gazzetta Ufficiale dell’identità romagnola, ha dato idee e patrocinio. Quando si stampa un Luneri c’è un tema da svolgere, un messaggio per i posteri, un caleidoscopio di argomenti tesi a valorizzare aspetti meritevoli. Questo ne fa, anche sul piano del costume, un “documento” che arricchisce la storia della Società del Passatore. Stecchetti, Spallicci, Tonino Guerra, Fellini, Pascoli, Don Fuschini hanno avuto Luneri a loro dedicati. Ma questo coloratissimo foglio è andato a briglia sciolta, correndo su tutti gli eventi e privilegiando sempre e comunque la bevanda fondamentale dell’Uomo.” (AD, I Passatoriani, 1993)

La Romagna riscopre le sue tradizioni, AD realizza il progetto di trasformare un brigante in un emblema positivo e costruttivo che accomuna i romagnoli, in tutto il mondo, nell’orgoglio delle loro origini.

Marchio della Società del Passatore.

Marchio della Società del Passatore.

AD, I Passatoriani, Faenza, Edit Faenza, 1993.

AD, I Passatoriani, Faenza, Edit Faenza, 1993.